10 Maggio 2021
Il sughero, il miele e l’homo sapiens
Breve storia di come la gentilezza salverà il mondo, anche grazie alle arnie BeeAtHome realizzate in legno, sughero e tanto amore.
Le arnie di Pino Fattori sono stanziali, non seguono le fioriture delle piante e ospitano api felici, che in totale autonomia costruiscono il favo. Una pratica normale in natura, ma così lontana dalla moderna produzione intensiva.
Fatevobees produce miele polifloreale in favo, espressione di una apicoltura simbiotica, che fa del rispetto delle api la propria peculiarità.
Anche le case delle api, le arnie BeeAtHome, sono diverse e hanno qualcosa di unico e particolare: sono tutte di legno di abete e simulano l’incavo di un tronco – il posto più naturale dove le api costruirebbero un alveare. L’arnia è sgombra e le api libere di costruire i propri favi, cella per cella.
Alla ricerca del comfort naturale e sostenibile
Tutto naturale, compreso il comfort che Pino regala alle sue api, proteggendo l’arnia con il sughero CORKPAN. Naturale, sostenibile e sicuro per loro, per lui.
Un gesto di gentilezza, naturale, spontaneo, con cui protegge le sue api dal caldo e dal freddo, garantendo la corretta umidità all’interno dell’arnia.
L’uomo e le api hanno molto in comune. Entrambi sono specie di cui prendersi cura. Verso cui praticare la gentilezza, rispettandone i ritmi, tutelandone l’habitat, così complesso, così delicato.
Tempi naturali e biodiversità
Pino raccoglie il miele soltanto una volta all’anno, a settembre, a fine estate. Senza stressare le sue api. Toglie all’alveare solo il miele che eccede. La natura ha i suoi tempi, i suoi equilibri e lui li rispetta.
Il miele e il sughero hanno molto in comune. Il tempo per accrescere la corteccia, un’attesa di 27 anni separa la messa a dimora della quercia dalla sua prima decortica. Quella decortica, che avviene ancora solo a mano, come per il favo di Pino, e che toglie la corteccia solo fin dove la pianta non soffre.
Le api sono in pericolo e anche l’uomo. Non solo la produzione di miele è a rischio, ma anche la biodiversità del pianeta. Solo in Europa senza le api sarebbero a rischio circa 4000 tipi di piante e verdure. In Portogallo, le foreste del Montado sono considerate dall’ONU tra i più ricchi ecosistemi del pianeta e inserite tra i 35 esempi più importanti di biodiversità. Dà riparo a oltre 160 specie di uccelli, 24 specie di rettili e anfibi e 37 specie di mammiferi, alcune delle quali ad alto rischio di estinzione e sicuramente anche molte api.
I principali problemi ambientali del pianeta
Nel 2009, un gruppo di scienziati guidati dallo svedese Johan Rockström ha pubblicato un complesso studio che ha definito i principali problemi ambientali del pianeta: 1) la perdita di biodiversità, 2) l’alterazione del ciclo biogeochimico dell’azoto, 3) i cambiamenti climatici, che sono fortemente connessi al p.to 2.
Le api, l’uomo, moltissime altre specie animali e vegetali sono a rischio di estinzione.
La distruzione degli habitat naturali delle specie, l’invasione di specie alloctone, l’inquinamento, la sovrappopolazione umana e il sovrasfruttamento delle risorse ne sono le principali cause.
Loro le vittime, noi i carnefici.
E quindi…?
In Portogallo, dove le querce sono tutelate dal 1400, vige un detto “chi ha a cuore i propri nipoti, pianta oggi una quercia da sughero”.
Se il mondo pianterà querce e come Pino praticherà gentilezza diffusa, gusteremo ancora dell’ottimo miele, seduti in confortevoli case di legno e sughero e avremo ancora un pianeta da abitare.
Se così fosse, saremo tornati sapiens.
Per informazioni: www.fatevobees.com
L'autore
Andrea Dell’Orto
E' un consulente di marketing e comunicazione e svolge attività di divulgazione scientifica, relativamente alla sostenibilità e alla salubrità in edilizia. Collabora con Spazi Inclusi - service giornalistico e di servizi di comunicazione - e con il progetto di Home, Health & Hi-Tech. E' moderatore di eventi sui temi dell'edilizia sostenibile. Di formazione universitaria in statistica, è appassionato di scrittura e fotografia.
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