Trampolieri, nidi di rondine e odore di caramello

Nubi bianchissime prendono le forme del vento. Lì, un’ombra appare tenue, appena prima di scomparire.

Il baluginio di un battito d’ali. Appare e scompare, di nuovo, poco lontano, all’interno di un candido nugolo di vapore acqueo. Livrea bianca e, verso la punta della coda, penne nere; contro la scala di grigi del cielo, il becco rosso. In cima a una scala, raccoglie le sue piume: una cicogna.

La coppia di trampolieri fa la guardia a un nido ben stabilizzato a venti metri da terra, all’interno dello stabilimento che dà sagome geometriche al sughero. Sotto alle loro zampe, la corteccia delle querce viene cotta. Viene scaldata tanto da scioglierne la resina (la suberina), che è responsabile dell’agglomerarsi dei granuli vegetali in forme industriali.

Tra i locali tecnici, quell’odore di caramello che aleggia, lusinga i sensi e racconta di un’arte che proviene da lontano, ancora preservata. Un odore che confonde, e che addolcisce la penombra tra i macchinari in funzione, che accarezza delicatamente i rumori della fabbrica.

Fuori, montagne di corteccia, trucioli, blocchi di sughero morbidamente coperti e nascosti dalle nubi bianche che si muovono con il vento.

A fendere l’aria, le code biforcute delle rondini, che hanno creato i loro piccoli nidi negli angoli bui dell’opificio.

L'autore

Giorgia Bollati

Giornalista specializzata in tematiche ambientali e di bioedilizia, collabora con il Corriere della Sera sulle pagine di Pianeta 2030, con il service giornalistico e di comunicazione Spazi Inclusi, per cui ricopre la funzione di coordinatrice editoriale per pubblicazioni legate alle costruzioni salubri ed efficienti, e con il progetto Home, Health & Hi-Tech. Si occupa di divulgazione scientifica e di moderazione per eventi legati a temi di benessere ambientale e clima.